abitudini trasgressive SECNDA PARTE

La nottata ha portato un poco di sollievo dopo la calura del giorno. Naturalmente la copia ha dormito nuda; col sole del mattino che sfonda la finestra si alzano assieme per fare colazione. prima una leggera rinfrescata durante la quale R. si sofferma a guardare mia moglie che siede sul bidet volutamente rivolta alla stanza e su richiesta dell'amico si lascia ammirare durante una lunga pisciatina per poi lavarsi accuratamente la figa. Anche lui produce un getto caldo ma, alto abbastanza, lo fa porgendo l'uccello oltre il bordo del lavabo. Caffè con pane e marmellata nel gazebo ricavato vetrando il balcone e chissà se dal palazzo di fronte qualcuno osserva. C. lava le tazze e l'uomo la abbraccia da dietro: “dai che faccio fatica a muovermi con te appiccicato” ma lui non lascia la presa sui seni senza contare che l'uccello a contatto delle natiche femminili si irrigidisce alla svelta. Con l'aria falsamente rassegnata, in realtà contenta delle attenzioni, la signora si appoggia al bordo del piano e apre le gambe al tocco sempre più duro del pene che si insinua fra le cosce. Con tette e capezzoli sempre sotto esplorazione “iniziamo bene la giornata” dice a bassa voce sentendosi penetrare. La difficoltà nasce dalla sua postura eretta che costringe l'amante a piegarsi e per quanto continui a tenere spalancate le gambe il cazzo sembra non volerne sapere di restare dentro, continua a scivolare fuori. Può essere un bel gioco ma solo fin quando non prende il sopravvento la voglia di sentirsi con la vagina piena sicchè dopo un poco C. si sposta fino al tavolo del soggiorno e riprende la stessa posizione però questa volta allontanando di un passo il corpo dal mobile. Sempre reggendosi con le mani adesso è molto più chinata, quasi a novanta gradi e R. può infilare molto meglio il cazzo nella donna. Non potrebbe entrare di più, solo le palle restano esterne alla figa e anche nel ritmico movimento della chiavata si muove poco, estraendo l'uccello ogni volta solo pochissimi centimetri. Dieci intensi minuti poi gli attesi tre o quattro getti di sperma riempiono e scaldano mia moglie. Lei si rialza, posa le mani su quelle del maschio che non hanno smesso di stringerle i seni e attende che la natura faccia il suo corso. Appena il membro rilassato le scivola fuori dalla figa si gira abbassandosi con un solo movimento, stringe a due mani il pene scarico e lo bacia dolcemente in punta. D'impulso lo accoglie per intero in bocca, ora può starci, ma il gioco di labbra e lingua è breve. Ovviamente nel frattempo la signora accovacciata sui talloni perde dalla fessura gran parte della sborra che le cola sul pavimento. “dai che usciamo presto a goderci la giornata in spiaggia” però l'intento viene ritardato da me che un attimo dopo telefono. La mezz'ora successiva trascorre nella descrizione delle ultime avventure. Saluto anche l'amico R. che mi intriga dicendomi che intanto che parla con me tiene due dita nella figa della mia signora e vede a pochi metri il laghetto di seme che lei ha lasciato vicino al tavolo. Parto, sarò li prima di pranzo.