la cantina
Come al solito. Stavo per uscire con gli amici e arriva il suo messaggio, è uscita con l'ennesimo ragazzo in cerca di un principe azzurro ma torna sempre da me quando ha certi bisogni. Ha qualche anno in più di me e sa che a me sotto sotto piace essere un po comandato nonostante lei sia bassa e minuta rispetto a me, sfrutta tutto il suo fascino innocente. Faccio una doccia veloce e salgo in auto per andare da lei, dista solo 15 minuti e posso prendermela comoda tanto chissà quanto ci metterà lei a prepararsi.
Stavolta però mi attende una sorpresa, arrivo sotto casa sua, accosto e parcheggio lungo la strada proprio davanti al cancello dell'ingresso e la vedo scendere da un'auto parcheggiata poco più avanti. Strano. Se fosse uscita con delle amiche sarebbe stata fuori fino a tardi e mi avrebbe detto di passarla a prendere per farsi vanto di me. Passa di fianco alla mia auto ed entra nel cancello senza degnarmi di uno sguardo, non so come mai ma inizio a sentire una sensazione strana, come se fossi nei guai, appena chiuso il cancello si gira, mi sorride e mi fa cenno di fare silenzio con il suo ditino appoggiato sulle sue sottili e morbidissime labbra, aspetta qualche secondo e si sporge cauta per guardare l'auto dalla quale è scesa mettere in moto e andare via per la sua strada. Quando l'auto è in fondo al viale lei esce dal cancello e sale nella mia macchina, la saluto frettolosamente e le chiedo “cos'era quello? che combini?”. Lei risponde “uno con cui sono uscita ma è andata una merda, è un coglione e ho bisogno di liberare un po la mente”. Realizzo che mi ha scritto quel messaggio quando era ancora con lui, deve essere andata davvero male come primo appuntamento… Metto in moto e mi avvio verso il solito posto in collina dove ci piace passare lunghe serate a divertirci a far appannare i vetri.
Appena prima dello svincolo che porta in collina però mi dice di girare a destra, obbedisco, d'altronde comanda lei. Mi porta in un paesino vicino e mi fa fermare davanti ad un bar dove entriamo a bere qualcosa e noto solo ora che non è vestita come suo solito ma ha addosso un paio di jeans neri ed una maglietta di uno dei gruppi che ascolta. Strano. Di solito quando esce con me o altri si veste in modo molto più provocante, non ci do molto peso, magari è solo perché è fine settembre e avrebbe avuto freddo vestita coi suoi vestitini estivi che fanno sognare di tutto. Entriamo nel bar a bere qualcosa e inizia a parlarmi del suo appuntamento andato male mentre io mi faccio qualche risata, il nostro rapporto è così, ci divertiamo insieme e ridiamo di queste cose, tanto ne verranno altre, magari migliori.
Stasera aveva solo bisogno di un amico. Finiamo di bere, paghiamo, e risaliamo in auto, siamo stati dentro più di quanto pensassi, in effetti quando ci si diverte il tempo vola no? Imbocco la strada verso casa sua convinto che la serata fosse finita qui.
Arriviamo sotto casa sua e come prima accosto e parcheggio nello stesso punto. Spengo l'auto e faccio per aprire la portiera per accompagnarla al portone ma lei mi ferma. No, su ci sono i miei “tranquilla” le dico io “ti avrei solo accompagnata alla porta, non sono scemo, lho capito che stasera avevi bisogno di me come amico”. In quell'istante abbassa lo sguardo e lo rialza quasi subito mordendosi il labbro, le mani aggrovigliate tra loro in mezzo alle gambe quasi a nascondere nervosamente una sensazione di imbarazzo, sussurra “avrei voluto molto ma sono… giorni difficili” ed esplode in una risata “quando passeranno questi giorni recupereremo”, a me viene duro solo a pensare di recuperare il tempo perso. Scendo dall'auto e la accompagno al portone, prima di entrare mi bacia in punta di piedi, cazzo come bacia bene, bacia lentamente e con una passione che arde, lo sa che baciandomi così mi fa venire voglia.
Passa qualche secondo, ci stacchiamo, faccio per lasciarle la mano così da farla entrare ed andare per la mia strada ma mi trascina dentro all'atrio del palazzo verso un corridoio del condominio che non ho mai visto “dove stiamo andando?” Le chiedo “non ho finito con te” risponde con voce calma ma decisa, non so come mai ma il primo pensiero che mi balza in testa è che non ho neanche i preservativi in tasca, dilettante, decido di vedere cosa mi riserva il destino.
Scendiamo una rampa di scale, spalanca una porta e mi accorgo di essere sotto il livello della strada. Si incammina verso un garage, cerca nervosamente una chiave nel mazzo e apre la porticina, entra e mi tira dentro con se, stupidamente le chiedo se ha bisogno che le porti qualcosa di pesante su in casa ma appena finisco la frase si gira e chiude la porta, lunica luce che entra è quella che filtra dalle finestrelle vicine al soffitto, illuminate solo dalla fioca luce dei lampioni in strada.
Mi spinge contro il muro e mentre riprende a baciarmi sento le sue dita infilarsi dentro ai miei pantaloni, strofinare le mutande col palmo della mano scostandole e lasciando il cazzo a contatto coi jeans, mi diventa istantaneamente di marmo e la sento ridacchiare contenta “te lavevo detto che non avevo finito” mi sussurra all'orecchio.
Abbassa la zip dei jeans e tira fuori a fatica il mio cazzo ormai durissimo dalla fessa dei pantaloni, senza distogliere lo sguardo dai miei occhi quasi intimoriti. lascia cadere una goccia di saliva dalla bocca e la raccoglie con la mano che porta immediatamente al mio cazzo iniziando a farmi una sega con una stretta ferrea, non ho mai avuto limpressione di riuscire a resistere così poco, tutta questa decisione e iniziativa sono troppo eccitanti.
Dopo un minuto che sembra infinito nel quale mi sega con decisione continuando a baciarmi con passione si inginocchia e sputa sulla cappella mentre continua a masturbarmi, dopo qualche colpo deciso lascio un verso perché se continua così vengo subito, non capisco più niente.
Toglie la mano dal cazzo portandosi con se dei fili di saliva mista alla mia eccitazione. Non sto capendo più niente, il mio cervello è in cortocircuito. Quelle sue mani piccole ed esili intorno al mio mmebro lo fanno sembrare ancora più grosso e la cosa mi eccita troppo, in quel momento decide di iniziare a baciarmi il glande lucido e farsi trada lungo il resto del cazzo, lo fa entrare nella sua bocca minuta un centimetro alla volta, deve sforzarsi ed abituare la mandibola all'apertura che le serve per farlo entrare, tutto questo mentre io devo trattenermi dal prenderla per i capelli e spingerglielo in gola di colpo, non credevo di avere tutto questo autocontrollo.
Sento la sua saliva colarmi sul cazzo e decido che questo non è modo di fare un pompino, la sposto, mi slaccio la cintura ed il bottone dei jeans, finalmente libero abbasso i jeans e le mutande, la prendo per i capelli e le dico “apri bene maledetta”, lei spalanca la bocca e affondo il cazzo fino a metà asta nella sua caldissima bocca iniziando a scopargliela dopo qualche secondo di assestamento. Ad ogni affondo lo spingo sempre più giù, sento la sua saliva colarmi sulle palle, e la sua fatica nel prendere ogni millimetro di cazzo in più, sento che non resisterò a lungo, lei mi conosce benissimo ormai e lo capisce subito quando sto per venire.
Si sfila il cazzo ricoperto di saliva dalla bocca, mi dice di toglierle le mani dalla testa, lo lecca avidamente dal frenulo fino alle palle usandolo ogni tanto come un pennello per dipingersi il viso della sua saliva mista ai miei liquidi corporei, arrivata alle palle inizia a leccarle e succhiarle masturbandomi furiosamente con una presa salda sulla cappella, una cosa che mi fa vedere le stelle, usando la sua saliva come lubrificante, dopo mezzo minuto di questo trattamento paradisiaco lascio scappare un gemito e lei rallenta il ritmo della mano, guarda su, i nostri sguardi si incrociano e noto nei suoi occhi unocchiata diversa dal solito, quasi sadica.
Torna ad appoggiare le labbra sul glande e se lo lascia scivolare in bocca facendo attenzione a prendere solo quello, inizia a succhiarlo con una foga che non ho mai provato prima mentre con una mano mi masturba e con l'altra mi palpeggia e strizza le palle, non resisto più, è troppo bello, non so neanche se questa cosa che sta facendo abbia un nome ma vorrei riceverlo per sempre, cerco di trattenere l'orgasmo per godermi un secondo in più di questa sensazione ma fallisco miseramente e sento le gambe cedere quando inizio a venirle copiosamente in bocca.
Più vengo più lei succhia forte il glande, spruzzo tutto nella sua bocca con una potenza tale che sono certo di averle mandato tutto direttamente in gola, lei stringe di più la presa sul cazzo e sulle palle, sborro tantissimo, perdo il conto dei getti di sperma e questa piccola sadica continua questo bacio passionale col mio glande nella sua bocca ormai straripante del mio seme.
Eiaculo per un tempo che nella mia testa è di minuti, anche se saranno stati sì e no 5, 7 secondi?Respiro affannosamente e la vedo che con attenzione e cura toglie il glande dalla bocca senza far scappare nemmeno una goccia del mio succo, si ricompone un secondo e guardandomi negli occhi ingoia tutto aaah, come quando si prende un sorso d'acqua a lungo desiderato, “sai?” mi dice “se non avessi avuto il ciclo mi sarebbe piaciuto un casino essere scopata come una troietta qui per terra”.
Io appoggiato contro al muro con le gambe che tremano, con gli spasmi in tutto il corpo in seguito a quell'orgasmo forte come non ne ho mai provati prima riprendo fiato mentre il mio corpo cerca ancora di spingere fuori schizzi di sperma ma sono prosciugato.Una timida goccia bianca si fa strada sulla cappella, l'ultima rimasta “ops, volevi tenertela per te questa?” esclama sghignazzando e la lecca via contenta mentre sotto quel lento e morbido colpo di lingua il mio cazzo si indurisce di nuovo e tremo, ogni mio arto sta tremando, non ho mai avuto un orgasmo così potente e destabilizzante nella mia vita.
Lascio passare un paio di minuti mentre me ne sto lì col cazzo di fuori, prosciugato, durissimo, e il respiro corto per poi rivestirmi
Lei intanto con un fazzoletto si è asciugata un po il viso da quel cocktail di saliva e liquidi seminali da lei creato. Per quanto possiamo cerchiamo di ricomporci e risaliamo nell'atrio del condominio, la bacio e la saluto, lei sale in ascensore, io esco e torno in macchina.
Aspetterò lì altri 10 minuti per riprendermi da quanto appena successo prima di avviare il motore e tornare a casa.
Appena partito e girato l'angolo mi arriva un messaggio, sempre da lei “stavi aspettando che scendessi a fare il secondo giro? Aspetta e spera, la prossima volta te la faccio sudare ancora di più”.