Il nuovo parroco.

Mi chiamo Massimo, ho 26 anni, alto, moro, occhi scuri, fisico ben scolpito perché, fino alla pandemia, ero personal trainer in una palestra, poi, però, con la pandemia, la palestra ha chiuso e io mi sono dovuto trovare un nuovo lavoro. In questo mi è venuto in aiuto mio zio Lorenzo, un bel cinquantenne, alto, brizzolato, fisico normale, molto simpatico. Lui è il fratello di mia madre e non si è mai sposato, anche se credo che la figa gli piace tantissimo, perché di professione fa l’idraulico specializzato in sistemi di climatizzazione e mi risulta che ha un bel giro di gnocche, che si fanno montare da lui con la scusa del controllo del climatizzatore. Quando è iniziata la pandemia, avuto notizia che ero disoccupato e sapendo che mi ero diplomato in idraulica, avendo in passato frequentato un corso specifico, mi ha chiesto di lavorare per lui ed io ho accettato.
Chiaramente, il fatto che si presentava nelle case private insieme ad un bel ragazzo con il fisico palestrato, era comunque un buon biglietto da visita. Dopo due anni che lavoravo con lui, mi son reso conto che il suo giro di troie era abbastanza vasto ed era chiaro che non sarebbe riuscito mai a gestirle tutte. Dal canto mio, il sesso mi piace in tutte le sue forme. Avendo lavorato per anni in una palestra ed essendo dotato di un membro che in lunghezza arriva quasi ad una ventina di centimetri ed un notevole spessore, non mi son mai fatto troppi scrupoli o domande su chi apparteneva la bocca che mi stava succhiando il membro. Uomini o donne per me era indifferente; quando avevo voglia di scopare non andavo certo troppo per il sottile! Pur abitando in un piccolo sobborgo a ridosso di una grande città, la nostra azienda ha sede in un piccolo locale di una cinquantina di metri quadri, proprio all'inizio della città, e questo ci permette di muoverci liberamente. Generalmente, quando al mattino arrivo al lavoro, trovo mio zio che ha già fatto il programma della giornata, mi consegna i fogli con le varie chiamate, inerenti ai vari interventi da fare. Naturalmente lui sceglie di andare ad eseguire lavori in casa di quelle più zoccole, ma a me la cosa non dà alcun fastidio. Alcuni giorni fa mi ha passato una richiesta di intervento per un controllo all'impianto di climatizzazione situato presso l'abitazione del parroco di un paese adiacente al mio.
«Massimo te ne puoi occupare tu? Da una controllata a quest'altra chiamata, va a vedere di cosa si tratta dal momento che ti ritrovi praticamente a due passi da casa; poi, vai a pranzo e ci vediamo nel pomeriggio.»
Faccio un rapido intervento in un negozio di ortofrutta e prendo il mio furgone attrezzato; mi reco a destinazione presso la chiesa di quel piccolo paese che conosco bene, perché d'estate la proloco organizza una bella festa dove sono sempre presenti tante belle ragazze e scopare non è difficile. Raggiungo la mia destinazione e suono il campanello convinto che ad aprirmi sarebbe venuto Don Pietro, il vecchio parroco che ho visto l'estate scorsa. Dopo aver suonato un paio di volte, qualcuno dall'interno mi risponde.
«Chi è?»

«Buongiorno, Don Pietro, sono Massimo, il tecnico dell'aria condizionata!»
Mi apre il portone e mi dice di salire al piano superiore. Con la mia cassetta degli attrezzi a tracolla, salgo la ripida scalinata ed arrivo al piano superiore; resto stupito nel trovarmi davanti un uomo sulla cinquantina, di media statura, con i capelli bianchi, il fisico molto snello, occhi azzurri che, per un lungo istante, si ferma a guardarmi quasi affascinato dal mio aspetto.
«Ma... lei non è Don Pietro!»
Il parroco si avvicina e mi stringe la mano presentandosi.
«No, io sono don Andrea, il nuovo parroco che è venuto a sostituire Don Pietro! Venga che le mostro dove è ubicato l'impianto di climatizzazione così può rendersi conto del perché non funziona. In questi giorni sta facendo sempre più caldo e questa casa diventa un forno!»
Attraversiamo un piccolo corridoio e poi, in fondo, c'è una vetrata, al di là della quale vi è un terrazzino dove si trova l'apparecchiatura. Inizio tutte le varie fasi di controllo e noto che lui osserva il mio fisico appena coperto da una sottile t-shirt, che modella i miei splendidi pettorali! Più di una volta lo sorprendo a guardarmi e, dentro di me, prende forma l'idea che il Don possa esser molto interessato al mio aspetto fisico, piuttosto che ai tempi e modi di riparazione del suo climatizzatore.
«Si è bruciata una scheda, che non ho qui con me! Vede questa piccola scheda, posizionata qui tra l'unità centrale e questa centralina, è completamente fusa. La devo ordinare e, fino a che non mi arriva, non gliela potrò sostituire.»
Volutamente mi son spostato di lato e l'ho fatto avvicinare con la scusa di mostrargli la scheda; mi son appoggiato con le mani sulle sue spalle ed ho fatto accostare il mio corpo al suo, cercando di creare un contatto tra il mio cazzo e il suo splendido culetto. È rimasto immobile, fingendo di osservare quello che era sufficiente semplicemente girar la testa per vedere. Lui è rimasto per alcuni momenti come se nemmeno mi ascoltasse, restando appoggiato al mio fisico, poi, d'un tratto, è come se fosse tornato con i piedi per terra, mi guarda e mi chiede quando potrò tornare.
«Guardi, la ordino immediatamente, ma credo che prima di domani non sarà possibile averla. Considerando gli impegni che ho, non posso venire a sostituirla prima di domani pomeriggio.»
Lui sembra un attimo assorto nei suoi pensieri, poi mi invita a seguirlo all'interno della casa e mi offre un caffè. Il tempo di metter su la moka e mi fa una proposta.
«Io ho un impegno domani, però non son sicuro se sarò tornato nel primo pomeriggio. Per lei sarebbe troppo disturbo se io le lascio le chiavi di casa? Lei potrà venire, sostituire la scheda e fatturarmi l'importo della riparazione.»
Trovo che non sia un problema accettare un mazzo di chiavi; è una cosa che si è verificata altre volte, così, dopo aver bevuto il caffè ed esser rimasto ancora sotto lo sguardo del prete, prendo le mie cose e me ne vado. L'indomani, alle 16:00, mi presento a casa sua e, munito delle chiavi, entro direttamente; una volta su, inizio a sostituire il pezzo rovinato, poi, mi accorgo che c'è dello sporco da eliminare vicino ad una ventola e non avendo nulla con cui pulirlo, decido di andare in bagno a prendere un po' di carta igienica. Una volta dentro, mi accorgo che c'è il Don nudo, è rivolto di schiena a me, lo sbircio per un attimo. Accidenti ha proprio un bel sedere! Mi salta subito all’occhio il fatto che è senza peli sulle gambe. Ha un corpo esile ma ben fatto. Mentre lo guardo, all'improvviso si volta e mi becca sulla porta; io, imbarazzato, mi scuso.
«Mi scusi, Don Andrea, non mi ero accorto che lei era qui!»
Lui replica tranquillo.
«Massimo, non preoccuparti; fa troppo caldo, sono appena tornato e vorrei farmi una doccia. Non penso che possa scandalizzarti un uomo nudo.»
Lo guardo meglio ora che si è girato. È in piedi davanti a me nudo; effettivamente è depilato anche nelle parti intime, è glabro non ha un pelo. Sorrido.
«No, non ho problemi! Lavoravo in una palestra e di gente nuda ne ho vista tanta! Ero solo venuto a prendere un po’ di carta per dare una pulita al gruppo. Tra poco lo accendo e vedremo se funziona.»
Prendo la carta e me ne vado; lo lascio che entra in doccia. Il tempo di finire il lavoro e vado in cucina, dov’è piazzato il comando dell’aria condizionata; avvio il sistema e lui mi raggiunge in accappatoio; si siede al tavolo e si informa sulla riparazione.
«Massimo, come procede il lavoro, sei riuscito ad aggiustarlo? Lo possiamo provare?»
Io lo osservo e noto che ha lasciato volutamente l’accappatoio un po’ aperto.
«Ho finito. Adesso lo avviamo e così proviamo subito se va tutto bene. Dovrò fare il giro di tutta casa per controllare che funzioni in ogni stanza.»
«Bravo Massimo, hai fatto un buon lavoro! Mentre il sistema si avvia, riposati un attimo. Io vado a vestirmi e poi ci facciamo un buon caffè. Un momento che mi vesto e arrivo.»
Avvio il sistema, controllo lo split della cucina e vedo che funziona, poi mi sposto nel corridoio e passo davanti alla sua camera, dove lui si sta vestendo; mi avvicino alla porta della camera da letto, sto per chiedergli se in quella stanza funziona, però mi blocco subito, perché non credo ai miei occhi: c'è il Don piegato con il culo verso di me che sta per tirarsi su i pantaloni e rimango basito, perché noto che indossa un perizoma in pizzo nero, ma, ciò che più mi sbalordisce, è che indossa anche delle calze autoreggenti a rete; non resto insensibile al fascino del suo bel culo! Accidenti, è uno spettacolo! Ho subito un’erezione e, con la mano, mi tocco il pacco. Il Don si accarezza il culo, sculetta un po’ e poi si tira su i pantaloni, si gira, mi becca con la mano sul pacco. Mi guarda basito e resta bloccato per un lungo istante, poi cerca una scusa.

«Massimo, da quanto mi stai guardando?»
Sorrido eccitato.
«Ti guardo da diversi minuti ed ho visto cosa indossi sotto i pantaloni. Complimenti hai un culetto bello quanto quello di una donna!»
Mi guarda fortemente in imbarazzo e non sa che dire, non sa che fare. La situazione è molto imbarazzante per lui, cosi gli vengo in aiuto.
«Don Andrea, tranquillo! Come ti ho detto ho lavorato in una palestra e sono poche le cose che mi stupiscono e poi non ti devi preoccupare, ognuno a casa sua fa ciò che vuole, si veste come vuole; ti assicuro che rimarrà un nostro segreto.»
Lui sembra respirare e si mette seduto sul letto.
«Massimo, grazie. Sono imbarazzatissimo, non so come spiegarti… io… ecco io… sono gay, e mi piace indossare l’intimo femminile. Mi fa sentire bene, mi sento a mio agio, mi sento appagato, e mi eccita anche portarlo di nascosto. Mi auguro che questa cosa rimanga tra di noi! Ti sarei riconoscente se non ne parli con nessuno! Però, quando mi son girato ho visto che avevi la mano sul cazzo… non dirmi che ti ho eccitato?»
Rispondo in modo maliziose e complice.
«Caro Don Andrea, devo dirti che effettivamente quando eri girato di spalle non ho potuto fare a meno di ammirare il tuo culetto; è davvero ben fatto, e molto eccitante! Ammetto che mi è venuto duro all’istante, perché sai, in palestra, capitava un po’ di tutto; anche qualche bel culetto da sfondare ed io non mi son mai fatto tanti scrupoli. In ogni caso questo tuo segreto rimarrà tra di noi!»
Ora è lui che mi guarda con occhi molto maliziosi, si avvicina molto a me e quasi mi sussurra.
«Massimo, voglio esser certo che questo segreto non esca di qui! Dimmi: c'è qualcosa che posso fare per esserne sicuro? E poi vorrei sdebitarmi con te, per il tuo silenzio.»
Ha capito che me lo scoperei e lui sicuramente ci sta!
«Credo ci sia un sistema solo che una puttanella come te possa adottare ed è quello di inginocchiarti e succhiarmi il cazzo. Son sicuro che un accordo lo troviamo!»

Sorride contento e si inginocchia, mi slaccia la cintura, tira giù la lampo, abbassa i pantaloni, poi gli slip, e subito trova il mio cazzo che gli sbatte in faccia! Lui ne rimane piacevolmente impressionato.
«Che bel cazzone! Bello! Grosso e duro! Mi fai già godere!»
Apre la bocca e se lo ingoia all’istante! Senza alcuna remora inizia a succhiarmi il cazzo. Me lo lavora con la lingua, facendola scorrere lungo l’asta e poi risale; mi lecca a lungo la cappella. Ne ho ricevuti di pompini, ma devo ammettere che il Don è davvero un maestro! Mentre se lo lascia scorrere in gola, con una mano mi accarezza le palle e sembra quasi volerle soppesare. Allunga un dito fino a stimolare anche il mio buchetto e questo mi procura uno strano brivido di piacere, in quanto è la prima volta che qualcuno mi accarezza il culo, mentre mi succhia il cazzo! Me lo succhia forte che sembra un’idrovora! Mi rendo conto che, se continua così, tra non molto gli riempio la bocca, mentre io, invece, ho voglia di fottergli il culo! Lo fermo e lo faccio mettere a pecora sul letto.
«Ti voglio scopare il culo! Sbrigati togliti i pantaloni che ti scopo, troietta!»
Sorride contento ed obbedisce senza fiatare. Mi spoglio velocemente e mi posiziono dietro di lui. lo tiro verso il bordo del letto, gli apro le natiche, e gli sputo sul buco. Appoggio la punta del cazzo al foro e lo sento già fremere: mi vuole.
«Sì, porco! Mettimelo tutto dentro! Dai, sfondami il culo che non resisto! Quando ti sei appoggiato a me ieri, sono quasi venuto senza toccarmi! Infilami il tuo bel cazzone tutto dentro!»
Inizio a spingerlo dentro, non faccio molta fatica per farlo entrare; si vede che è ben aperto. Mi pianto tutto dentro il suo culo, molto accogliente. Lo pompo con colpi duri e profondi. Le mie palle sbattono contro le sue, ad ogni affondo, lui geme di piacere. urla che sta godendo.
«ooohhh! Sì! Così! Mhmm… sì…così, dai, scopami! Sfondami il culo! Fammi sentire che son la tua puttana personale! Dimmi che sono la tua puttana! La tua troia sfondata! Cazzo, mi fai godere!»
Sto godendo anch’io come un porco! Ha un culo fantastico, accogliente, un culo da troia!
«Certo che ti scopo, troia! Da oggi sarai la mia puttana personale! Verrò ad incularti ogni volta che ne avrò voglia! Tieni, zoccola! Prendilo tutto! Cazzo come godi, troietta! Ti piace farti inculare? Dimmelo vacca! Accidenti, sto per sborrare!»
Lo scopo più in fretta e lui gode, mi incita a sborrargli nel culo.
«Sì, dai, cosi! Continua così! Sì, mi piace! Dai, sborrami nel culo! Riempimelo tutto di calda sborra. Dai, che sto per venire anch'io!»
Io sono al massimo del piacere. Sto godendo tanto e sono cosi eccitato che inizio a dargli degli schiaffi sul culo, lui ci gode, ne vuole di più.
«Sì, porco, sculacciami ancora! Sculacciami forte, che mi piace! Sei un maiale che mi spacca il culo e mi sta sculacciando da morire! Cazzo, vengo! Mi hai fatto venire senza nemmeno toccarmi!»
Lo sento sussultare e sborrare con diversi schizzi. Poi vengo anche io e gli sborro nel culo!
«Tieni, troia, prendi la mia sbroda nel culo! Adesso te lo voglio riempire un po' questo culo da puttana sfondato! Senti quanto te ne sto schizzando dentro?»
La sente la mia crema che gli scalda il culo ed urla ancora di piacere.
«Sì, che la sento! Mi fa impazzire sentire come mi scaldi il culo! Dai, riempilo tutto!»
È stata una sborrata colossale e sconvolgente! Non ricordo di esser venuto mai così tanto con nessun altro; eppure di culi ne ho sfondati tanti, sia di donne che di uomini, ma nessuno mi ha eccitato e svuotato nello stesso tempo come è successo con lui. Mi son allungato sopra di lui che si è disteso nel letto, siamo rimasti abbracciati, in silenzio, entrambi senza fiato. Lentamente ho sentito il mio membro che si sgonfiava ed è scivolato fuori; mi son sdraiato al suo fianco e lui si è girato verso di me.
«Massimo, ho fatto la più bella scopata della mia vita! Ne ho presi di cazzi nel culo, ma nessuno mi aveva mai fatto godere come te! Tremo ancora di piacere e mi rendo conto di esser venuto senza neanche toccarmi! Ti giuro è la prima volta che mi succede! Ora sento che il mio buchetto aperto sta rilasciando la tua sbroda e mi cola giù, e tutto questo mi procura ancora sensazioni meravigliose!»
Si è abbassato sul mio corpo ed ha preso il mio membro in bocca, ha preso a leccarlo quasi a volerlo venerare come un totem. Poi mi ha guardato con occhi quasi tristi.
«Massimo, io... capisco che sei un bel ragazzo e sicuramente hai tanto da scegliere, ma... voglio dire, quando ti senti le palle piene e vuoi un bel culetto caldo da riempire, sai dove trovarmi!»
Ho sorriso e gli ho detto che ci saremmo rivisti. Scopare quel bel culo è diventata quasi una consuetudine per me; mi è piaciuto così tanto, che, ultimamente, l’ho fatto vestire completamente da donna e, una sera, dopo aver imboccato l'autostrada e percorso un lunghissimo tratto, ci siamo fermati in un'area di sosta piena di camion e una decina di camionisti gli hanno sfondato il culo, facendolo godere in una maniera pazzesca.
Peccato che dopo tre anni lo hanno trasferito in una città del nord. Per il mio cazzo è stata una grande perdita!

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