La volta in cui mi montato un negro

Girava voce da tempo che in un cinema di periferia, sia rumeni che negri si facessero sparare pompini e inculassero dietro un regalo in denaro. Questi tizi avevano la fama di grandi chiavatori. Al cinema c'era la fila, e non per vedere i film, dove, per altro, dovevi pagare anche il biglietto per entrare, ma per farsi sbattere a dovere dall'extracomunitario di turno. Poteva capitare che, una volta dentro, nell'attesa che dai bagni arrivasse finalmente la volta in cui toccava a te essere chiavato, quelli in fila, specie gli anziani, te lo menassero duro, dato che stavi già a cazzo dritto per l'eccitazione del momento, sentendo i gemiti di chi veniva scopato o le botte dei corpi che sbattevano tra loro. Per ben quattro volte non riuscì a entrare, lasciandomi segare fino alla sborrata dal pensionato in attesa come me. La cosa che mi eccitava di più quando mi facevano la pugnetta, era che gli altri in fila guardassero, mi toccassero e si segassero a loro volta, sborrando, magari, prima di te e che la sborra te la schizzassero addosso, sui vestiti. Per godere, godevi, ma io volevo prenderlo in culo da un rumeno o da uno dei negri. Quest'ultimi si facevano pagare bene, molto di più dei rumeni, ma potevano permetterselo visti i cazzi che si ritrovavano. Chi usciva da là dentro usciva soddisfatto ma sfondato. Faticava a camminare. Avevano la capacità, da quello che si diceva, di farti schizzare mentre ti inculavano. Un paio di colpi ben assestati dritti nell'ano, senza lubrificante, fino a sfruculiarti la prostata col loro capocchione nero e sborravi alla grande. Il turno migliore, quello dei grandi chiavatori e per grandi non si intendeva che fossero i più bravi (che poi erano quelli che costavano di più, centocinquanta euro per farsi aprire il culo), non solo, almeno, ma quelli con la minchia enorme, lunga e spessa, era la sera. Quelli che ficcavano senza avere l'orgasmo ma ce lo avevano sempre duro per inchiappettare il prossimo. Finalmente varcai quella soglia tanto agognata. Il negro stava a cazzo dritto. Ce lo aveva a banana, storto verso destra. Senza dire nulla mi mise in ginocchio e me lo ficcò in bocca, spingendo con forza. Ebbi dei conati di vomito perché me lo cacciò fin dritto in gola. Mi stava scopando letteralmente la bocca. La saliva mi colava fino a terra. Avevo le lacrime agli occhi. Quando fu stanco di farsi spompinare, mi tirò su. Mi abbassò i pantaloni e me lo ficcò in culo. Non mise il preservativo. La cosa mi eccitò ulteriormente. La mia capocchia sbatteva contro le mattonelle del muro addosso cui mi aveva messo. Mi fece malissimo mentre ficcava. Si sa che chi ha il cazzo più grosso domina e sottomette e lui lo faceva. Si vede che disprezzava noi bianchi e quella era la maniera per vendicarsi e fare al contempo un sacco di soldi. Mi teneva fermo dai fianchi mentre mi spaccava l'ano. Oltre al dolore, però, provavo un grande piacere. Feci davvero molta fatica a resistere a quella monta. Durai, forse, un paio di minuti, poi non ce la feci più e schizzai lo sburro contro la parete. Lui continuò a pompare finche non mi svuotò i coglioni. Dopo di ciò mi girò e tese la mano. Voleva i soldi. Glieli diedi senza fiatare. Torno spesso lì. Sono i soldi meglio spesi della mia vita. Mi sono fatto scopare da tiutti, sia negri che rumeni. Entrare nel bagno di quel cinema è come essere chiavati da un treno. Ci danno dentro davvero di brutto, non è per tutti.